sabato 4 agosto 2007

Chi non ha radice
a cui l’anima radicare
lo sguardo volge
nell’interno abisso.


Vede il centro
solo chi è al margine
e sconsolato cammina
sull’orlo del vuoto.


Altrove volterebbe
la faccia
ma sottrarsi non può
all’oscuro privilegio
di veggenza.


Galoppo di sogni
nella mia notturna mente.
Sono l’urlo e il sorriso.
Soffro la desolazione
del mondo, che mi percorre,
e di me in esso,
impotente.

mercoledì 1 agosto 2007

Giornata della memoria


"E' avvenuto, quindi può accadere di nuovo". Queste parole di Primo Levi sono state premonitrici della realtà presente dove possiamo constatare che lo spirito assassino che ha potuto programmare la Shoah, non è morto ed è pronto a nuovi stermini. La strage della città di Falluja è stata perpetrata nello stile della più genuina tradizione nazista. Oggi come allora la vita umana è disprezzata e calpestata. Assistiamo tutti i giorni alla continua strage di innocenti civili in Irak come in Palestina. Assistiamo alle centinaia di morti in mare di chi tenta di fuggire alla guerra e alla persecuzione, alla fame e alla tortura. Ma se riescono a toccare terra poi sono rispediti nel loro buio destino. Tutti ricordiamo la Cap Anamur bloccata in mezzo al mare sotto il tiro dei fucili e navi cariche di sventurati che fuggivano a una morte o a un'altra morte furono respinte da una costa all'altra, da un paese all'altro. Proprio come già era capitato agli ebrei che fuggivano dalla persecuzione nazista, respinti, benché si sapesse che li aspettava il campo di sterminio. Molti crimini, non solo ai danni degli ebrei, non sono stati mai puniti e documenti che solo quando è stato troppo tardi hanno visto la luce, sono rimasti nascosti nel famoso armadio della vergogna per 50 anni.
La memoria della Shoah avrebbe dovuto produrre degli anticorpi al male, permettere la nascita dei valori della convivenza, della tolleranza, dell'accettazione dell'altro da se, avrebbe dovuto promuovere la capacità di comprendere empaticamente il dolore altrui e far nascere la coscienza che ogni popolo ha diritto ad avere una terra in cui vivere senza oppressori.
Sappiamo che non è stato così. Da quando l'Europa davanti alla tragedia della Shoah disse mai più nel mondo sono state combattute quasi 90 guerre. Sono nate le varie Guantanamo e la tortura è diventata una pratica accettabile purché venga inflitta ai "nemici combattenti". Gli ebrei erano chiamati scarafaggi ed è lo stesso appellativo che taluni coloni usano per i palestinesi mentre gli iracheni hanno bisogno di tutela perché sono sottouomini e tali sono in generale gli islamici, appartenenti a una civiltà inferiore. Personaggi che teorizzano queste tesi razziste vengono premiati e riconosciuti, vendono la loro merce a centinaia di migliaia di copie. Il parallelo che voglio fare con la sorte toccata agli ebrei è evidente: una volta disumanizzato, svalutato come essere umano, il nemico o ciò che si ritiene essere il nemico, si può annientare senza rimorsi.
Il valore di questa giornata della memoria risiede nel ricordare ciò che è accaduto perché la memoria diventi vigilanza perché tutto non si ripeta di nuovo. Magari, non ripresentandosi mai la storia in modo perfettamente uguale, contro un altro popolo.
Credo non ci sia modo migliore per onorare il ricordo della Shoah che questa attenzione, questa vigilanza sul presente perché non accada mai più che a qualcuno sia tolto il diritto alla vita perché è ebreo, islamico, palestinese, migrante, donna o semplicemente povero.


Discorso tenuto durante la celebrazione della "giornata della memoria" organizzata dal comune di Bassano in Teverina nel 2005