Chi non ha radice
a cui l’anima radicare
lo sguardo volge
nell’interno abisso.
Vede il centro
solo chi è al margine
e sconsolato cammina
sull’orlo del vuoto.
Altrove volterebbe
la faccia
ma sottrarsi non può
all’oscuro privilegio
di veggenza.
Galoppo di sogni
nella mia notturna mente.
Sono l’urlo e il sorriso.
Soffro la desolazione
del mondo, che mi percorre,
e di me in esso,
impotente.
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