martedì 5 aprile 2011

L'assassinio di Juliano Mer Khamis

La notizia della morte di Juliano mi ha colpito come un cazzotto allo stomaco.
Non volevo crederci e speravo in un errore, speravo di aver capito male, ma non
era così purtroppo. Un enorme sentimento di tristezza e di rabbia mi ha invaso.
Non ho mai incontrato Juliano fisicamente, ma per me è come se fosse stato
assassinato un mio parente, un fratello.
La prima volta che ho sentito parlare di lui è stato un lontano pomeriggio del
2002 durante una riunione di ECO da Alì Rashid che ci aveva raccontato di sua
madre Arna e della sua coraggiosa battaglia per i bambini del campo profughi di
Jenin. Poi era arrivato in internet un testo con due suoi articoli. Parlava
dell'esperienza del primo gruppo teatrale che lui aveva messo in piedi con i
bambini di Jenin, i bambini di Arna, un secondo articolo commemorava la triste
fine di questi ragazzi nel corso della seconda Intifada dove avevano
eroicamente resistito e combattuto ed erano morti. Entrambi gli articoli erano
bellissimi e commoventi, volevo che tutti o per lo meno tanti sapessero di
questa storia piena di tristezza, di speranza di resistenza e così avevo
proposto a una delle mie associazioni "Stelle Cadenti-Artisti per la pace di
pubblicare i due articoli in un libro con i disegni di Naji Al Ali. Il libro
aveva come titolo una frase di uno degli articoli "A Jenin sognano ancora un
teatro".
Juliano era un simbolo, una bandiera, un esempio di come si possa costruire un
percorso di solidarietà, di pace attraverso rapporti umani profondi, attraverso
l'arte. Era una persona bella di dentro e di fuori, la sua semplice immagine,
anche vista solo in filmati come l'indimenticabile "Arna'children" o in foto
comunicava tutta la ricchezza e la bellezza di una vita spesa per l'amore, la
giustizia, la solidarietà. Sono confusa, triste e arrabbiata e mi riesce
difficile sull'onda dell'emozione esprimere tutto quello che vorrei. Certamente
gli ignobili assassini hanno capito quanta forza c'è nell'arte, nella cultura,
nei rapporti diretti e profondi. Ma non s'illudano queste carogne di cancellare
o vanificare la sua opera. Juliano resterà sempre nei nostri cuori, ma altri
continueranno ciò che lui ha cominciato e questo atto criminale può solo
rafforzare in tutti noi l'impegno a lottare per la pace, la giustizia,
l'umanità.

Nessun commento: